QUESTI raccontI  SONO DI

martinasissY

Il locale

Finalmente mi ero decisa, superate le paure e le inibizioni. La strada era buia illuminata fiocamente solo dalle tenui luci del locale.Scesi dalla macchina, mi incamminai con i miei stivali con tacco 12 in quella strada sporca e mal tenuta.Mi ero vestita in modo da non lasciare dubbi: completamente depilata, avevo indossato calze a rete nere stivali al ginocchio minigonna che mi copriva appena il tanga, sopra indossavo un corsetto sempre nero lucido molto stretto che metteva in risalto i miei fianchi e il mio seno (grazie agli ormoni ero arrivata alla II) ,avevo messo un collare con scritto slut con catene che arrivavano ai bracciali di pelle sui polsi.
Mi ero truccata non molto, ma abbastanza da sottolineare i miei occhi e la mia bocca, una parrucca bionda di capelli veri mi trasformava completamente nella puttana sottomessa che mi sentivo da tempo.Avevo deciso di rompere gli indugi, di passare dalle mie fantasie alla realtà : ero una troietta sottomessa e volevo godere di questo.
Il locale l'avevo trovato per caso : era un ritrovo di uomini di passaggio che bevevano guardando film porno e giocamdo di soldi a carte.
Entrai , la stanza era piena di fumo, di rumore, di odore di sudore e altri odori acri non definibili.
Ci fu un improvviso silenzio e 5 uomini si girarono guardandomi prima con sorpresa e poi con molto....interesse.Io ebbi paura ,la tentazione di tornare indietro era forte, qui c'era la realtà non si trattava più di fantasia e di vibratori nella notte, ma uomini , uomini veri.
Prima che potessi prendere una decisione fui presa per un braccio dal più vicino dei 5 un uomo alto di circa 40 anni
con capelli lunghi che mi chiese :cosa abbiamo qui???
io abbassai gli occhi incapace quasi di respirare ,si avvicinò un' altro uomo questo più basso ,con una pancetta prominente, che mi squadrò dalla testa ai piedi e disse: è una cagna travestita, mmmmmmm ,è anche bella, mi afferrò l'altro braccio e mi chiese : cosa vuoi puttana , e come ti chiami?
Io ero nel panico, ma riuscì balbettando a dire: mi chiamo Martina eh m, ecco vorrei passare un pò di tempo con voi...se lo desiderate...
Lui si mise a ridere , con l'altra mano mi afferrò un seno spostando il corsetto e disse : ragazzi c'è da divertirsi questa troia farà tutto quello che vogliamo.
lasciandomi la tetta mi dette uno schiaffo urlandomi: VERO!!?
Io sussultai più per la sorpresa che per il dolore, rimasi qualche secondo bloccata, lui ha ripetuto: VERO !!? io chinai gli occhi dicendo : si signore. Ci furono risate generali.
Il barista disse : portatela di là che chiudo il locale non vogliamo certo essere disturbati.
Mi fecero camminare tastandomi il culo e le tette nell'altra stanza , che si rivelò essere un bagno stranamente grande, intanto la mia paura si era trasformata in eccitazione, essere trattata come una cagna ormai era il mio sogno da anni, finalmente diventava realtà.
Ormai eravamo tutti nel grande bagno, avevano portato un materasso basso e lo avevano buttato per terra.
L'uomo basso mi ordino di mettermi in ginocchio e si avvicinò con un altro uomo di circa 65-70 anni, e disse: troia tiraceli fuori e leccaceli!! ero eccitatissima, avevo succhiato molti vibratori , ma era la prima volta che lo facevo con uno vero, anzi non uno ,ma addirittura due insieme, era un sogno.
Riuscì tremando a tirarli fuori dalla patta dei pantaloni erano tutti e due già eretti, quello dell'uomo piccolo era grande , l'odore di sesso eccitato e non lavato mi colpì subito, dandomi un senso di disgusto, ma anche eccitandomi ancora di più.
Avvicinai la lingua e comincia a leccare prima l'uno e poi l'altro, sentii il sapore di urina e di sperma.
Intanto un'altro uomo si era chinato e cominciò a togliermi il corsetto scoprendomi e seni, e tastandomi disse: ei ragazzi sono seni veri ,morbidi ,abbiamo qui un vero tesoro...
Io ormai ero persa il massaggio ai miei seni i due cazzi che ormai entravano e uscivano dalla mia bocca.. mi aveva portato ad una foia incontrollabile. vidi avvicinare gli altri due uomini con i loro cazzi in tiro, li afferrai con l mani e comincia a masturbarli.
Dopo un pò l'uomo dai capelli lunghi mi fece chinare in avanti, facendo appoggiare il mio viso ormai pieno di saliva e precum sul materasso lurido, pieno di macchie di umori di donne e uomini.
Mi scostò il filo del tanga e mi chiese: cosa vuoi cagna, dimmi cosa vuoi adesso dal tuo padrone!!!
Io mugolando risposi: lo voglio dentro, lo voglio nel culo, mettilo nella .tua slut, la tua cagna ti prega .
Lui ridendo prima si bagno due dite di saliva , poi ci ripenso e me le fece leccare a me e me le infilò nel retto, estraendole di nuovo e rifacendomele leccare più volte, per fortuna mi ero fatto un clistere prima di uscire!!
intanto io non capivo più niente gli odori , la situazione e l'inizio di penetrazione mi avevano già fatto arrivare ,il mio sperma mi aveva bagnato sia le calze che il tanga, l'uomo anziano ridendo se ne era accorto e togliendomi il tanga del tutto me lo aveva fatto leccare.
Intanto L'uomo dai capelli lunghi soddisfatto dell'allargamento del mio ano-vagina mi appoggiò la cappella sul buco e mi ordinò: ora spingi troia allarga il culo .Io non me lo feci ripetere 2 volte ,spingi indietro il bacino, spinsi con i muscoli del retto e mi feci impalare mugolando.
Per spingere mi ero messa a 4 zampe così gli altri mi rimisero i loro cazzi in bocca, afferrandomi per la testa e costringendomi ad ingoiare sempre più centimetri di cazzo.
Avrei voluto che il tempo si fermasse , era la realizzazione di quello che volevo essere una troia buona solo ad ubbidire e essere usata.
Intanto l'uomo dai capeli lunghi era arrivato al limite e urlando : troia prendi !! arrivò all'orgasmo riempiendomi di sborra calda il retto, ne uscì avvicinandomi il suo cazzo alla bocca e mi ordinò: lecca troia pulisci tutto!! Io lo feci immediatamente leccando lo sperma e i miei secreti .Immediatamente fu sostituito nel retto da un' altro dei 5 che cominciò di nuovo a penetrarmi.
Ormai ero in uno stato quasi di orgasmo continuo non sapevo più quante volte ero arrivato e quanto sperma avevo leccato. Improvvisamente l'uomo più anziano si avvicino , ma invece del cazzo da leccare, si girò e disse: adesso troia leccami per bene il buco del culo!!
Rimasi sorpresa ,per pochi secondi, lui prese la mia nuca e strofinò la mia faccia sulle natiche dicendo :ho detto lecca troia !! Io ubbidì e con lamia lingua leccai prima il solco, lo scroto e poi il buco del culo allargando le sue chiappe , lui mugolando disse: brava slut, brava troia, così.....
Intanto l'uomo grassoccio con il cazzo enorme era rimasto l'unico a non avermi inculata, ora toccava a lui io stavo leccando l'ano al suo amico e mi accorsi solo quando mi penetrò della sua presenza. ebbi un sussulto per il dolore, ma dopo pochi secondi si trasformò in un piacevole piacere , mi sentivo piena, mi riempiva tutta. La penetrazione fu lunga, io intanto avevo leccato il culo agli altri 4 e mi erano arrivati in faccia , quando finalmente con un urlo il piccoletto arrivò inondandomi di sperma i retto, io sono arrivata a mia volta anche se solo poche gocce trasparenti uscirono dal mio clit-uccello.
Io rimai sdraiata sul materasso sempre più lurido , ero semi incosciente, ero piena di sperma secco sulla faccia e su corpo, dal mio retto usciva sperma. I 5 uomini erano in piedi intorno a me soddisfatti, mi guardarono e dicendomi: ora ai bisogno di rinfrescarti!! cominciarono a pisciarmi addosso. I getti di urina calda mi fecero uscire dal torpore , e cercando di prenderne più possibile ringrazia i miei padroni di quel regalo.

Ora è passato un mese da quel giorno, io ormai sono Martina a tutti gli effetti i miei 5 padroni si sono degnati di tenermi con loro in quel locale, e io li ringrazio andando con i loro amici e amiche e fare tutto quello che mi ordinano ,ma il piacere più grosso e quando di notte a locale chiuso rimango di nuovo da sola con loro.

Martinasissy


 

 

La mia prima volta fetish con coppia.. (vita reale.)

La mia prima volta che ho provato il pissing da altri\e (e per ora purtroppo l'uniica).. è stata con una coppia.
Il ra pporto è stato particolarmente eccitante, lei era una bella donna , non giovanissima, mora, dominante, lui non era granchè, ma con um membro davvero notevole...
Eravamo in casa loro, ambiente tranquillo... appartato. La serata era stata davvero eccitante, mi avevano usata e abusato di me in vario modo... ero ormai ricoperta dei loro umori, solo loro, perchè mi avevano impedito di arrivare all'orgasmo.. ero moooltoo eccitata ^_^ , allora lei , Anna mi attacco il guinzaglio al collare e mi obbligo a camminare a 4 zampe fino al bagno, non prima di avermi infilato nel retto un dildo.. lui, Franco , mi venne dietro ridendo...Arrivati al bagno mi fecero entrare nella vasca...ridendo mi dissero che mi dovevano ripulire... perchè così conciata macevo schifo... Mi fecero mettere in ginocchio nella vasca, mi tolsero il corpetto e rimasi nuda solo con il collare....
Io ero terribilmente eccitata... non avevo mai ricevuto la pioggia dorata di altri, avevo assaggiato e giocato con la mia .. anche in cam... , ero eccitata e anche un pò spaventata...
Anna mi disse ridendo e vedendo la mia eccitazione.., i miei capezzoli erano eccitati come il mio pene... : cagnetta Martina.. sei proprio in calore... vediamo di raffreddarti un pò...
Fece cenno a Franco di avvicinarsi e obbligandomi a mettere le mani dietro mi ordino di aprire la bocca... lo feci e Franco mi entro con il suo pene.. io allo stesso tempo tirai un sospiro di sollievo e di delusione pensando che si accontentasse di un rapporto orale.. già fatto precedentemente... :hihi: , ma dopo uscci e comincio ad urinare.. un grosso fiotto.. violento dovrndo res****re anche all'eccitazione del membro... mi colpi in bocca e sul viso.. di sorpresa.. la mia reazione istintiva fu di scansami e girare la testa.. ma Anna dandomi uno schiaffo sulla gota e prendendomi la testa mi ordino di stare ferma..
Io resistetti pochi attimi.. poi la sensazione del sapore dell'urina mista alla sensazione dell'umiliazione, di essere completamente alla mercè dei miei due padroni mi assalì.. rimasi ferma mentre Franco mi irrorava la faccia, il seno... ero davvero eccitata.. Anna mi ordinò di accarezzarmi i seni e di giocare con i capezzoli...Franco fini il flusso facendomi bere le ultime gocce di urina.. ridendo disse . che T...ia... Io ansimavo tutta bagnata.. il trucco sfatto.. ma ora era il momento di Anna che mi fece tremante stendere nella vasca sguazzando nell'urina si mise con il suo sesso davanti al mio viso e toccandosi comincio ad urinare mischiando la sua urina ai liquidi della vagina.. anche lei in faccia e sul seno... Ormai ero in uno stato di eccitazione estrema, tremavo tutta.. ridendo Anna mi ordinò di urinare anche a me.. io ci riuscì con molta difficoltà.. nonostante lo stimolo del bagnato .. e la mia urina si aggiunse a quella dei padroni nella vasca in cui ero immersa..
Io non stavo capendo più nulla.. Anna mi ordino di metttermi a carponinella vasca con il culo in alto e la faccia immersa nei nostri liquidi.. i cercai di ubbidire .. ma tremavo troppo , allora Franco mi aiutò.. entrando nella vasca anche lui, tolse il dildo dal mio ano,e mi penetrò .... io sguazzavo nel liquido mentre ero analmente piena Anna ridendo si mise sopra di me e urino ancora sulla schiena e sulla testa.. io ormai ridotta ad fascio di sola ecccitazione senza un solo pensiero coerente.. ebbi un orgasmo travolgente.. mentre anche Franco mi riempiva del suo succo il retto..Sinceramente rimasi in quella vasca inebetita e semisvenuta per alcuni minuti... 

 

Martinasissy

 


 

 

 

QUESTO racconto ci è stato mandato da aramis

Piacevolmente

All’inizio dell’anno avevo messo sul sito un mio annuncio. Quindi era partita l’attesa. Le risposte da parte di coppie sono sempre state un dono raro e ormai me ne ero fatto quasi una ragione, o meglio cercavo le ragioni e, soprattutto, cercavo di darmi delle risposte. Un annuncio su migliaia chi ti dice che venga preso in considerazione. Dove era sbagliato? Nelle foto? Nella foto di presentazione? In quello che avevo scritto? E intanto scorrevo gli annunci …guardavo e…aspettavo novità in casella. Tutto così fino ad una risposta di inizio luglio. Finalmente una coppia. Il solito singolo sotto mentite spoglie - mi sono detto. Ho atteso a rispondere un paio di giornate. Poi mi sono deciso. “…grazie della risposta…sono….ecco come contattarmi” e poi ..invio. Passano tre giorni…quattro e la convinzione della falsa coppia si fa sempre più strada. Ma ecco la risposta. Questo è il nostro numero ..sentiamoci. Ci siamo dati appuntamento a fine pomeriggio nel parking di un noto discount di mobili e arredi alla periferia est di Milano. Arrivo, posteggio e …attendo di vedere la loro auto arrivare. Eccoli. Fanno un giro e poi parcheggiano di lato a me. Uno sguardo di lei, quello di lui e poi scendiamo. Lei – Patrizia - è mora, capelli corti, non magrissima, ma molto tonica. Lui è brizzolato, nello sguardo simpatico. Ci presentiamo e in piedi, a portiere aperte, partono le solite domande: da tanto hai l’annuncio…altre esperienze…sei veramente di ….Intanto lei si avvicina a me. Indossa un vestitino a fiori leggero, corto e le vedo bene le tette abbronzate. Allungo la mano e le tocco il culo. “A me piace molto guardare due maschietti che giocano” mi dice e mi prende la mia mano che già le accarezzava il culo e la porta sulla patta di lui. La tiene li e sento il pacco di Carlo…non male..Le mi guarda eccitata. “Dai saliamo – dice lui - qui iniziano a passare in tanti”. Una volta in macchina, forse per il cambio di scena, la complicità un po’ se ne va. “Noi non ospitiamo sai, hai letto nella nostra riposta - dice Patrizia - ci piace giocare..diciamo così fuori casa”. Nemmeno io posso ospitare però - dico io. “Certo lo abbiamo letto, ma pensavamo di trovarci un fine settimana di questi in un agriturismo. Ne conosciamo uno bello e discreto in Liguria, che ne dici prenotiamo insieme, due camere e poi così giochiamo senza il patema del chi ospita”. Ci accordiamo così, con il proposito di uno scambio di mail per luogo, la data e via.

Arriviamo in agriturismo il venerdì pomeriggio. Caldo in macchina, traffico..tutti abbiamo il desiderio di una doccia e di rilassarci un po’. Ceniamo in agriturismo e il pesto ed un fantastico bianco frizzante, non solo sciolgono la conversazione, ma rendono tutti e tre impazienti per il dopo cena, anche perché Patrizia si era lasciata volentieri toccare le coscie abbronzate, sia da me che da Carlo. Ci alziamo da tavola. “Ti aspettiamo” mi dice Patrizia alzandosi.

Busso. Mi apre lei. Sta dietro la porta, con un tanga nero. Mi tira dentro. “Finalmente, ti aspettavamo”. Mi fa sedere sulla poltroncina in camera e anche lui si avvicina in piedi. Mi slaccia i pantaloni e inizio a spogliarmi. Anche Carlo è nudo e a pochi centimetri dal mio viso ho il suo cazzo, già quasi duro. Lei mi spinge sulla nuca verso di lui. Inizio a leccare il cazzo di Carlo e lei segue il mio gioco, ogni tanto spingendomi e  facendomelo sentire tutto in bocca. Poi Patrizia si sposta sul letto. Si sdraia, si sfila il tanga e inizia a sditalinarsi a gambe aperte, guardandoci. “Dai vieni qui, lecca anche me” – mi dice – alzando le gambe, si passa la mano allargandosi il culo. Non ne posso più!!  Ormai la temperatura dell’incontro è altissima. La lecco, rispondendo al suo incitamento. Carlo nel frattempo mi tocca il cazzo. Temo di sborare subito. Forse sia Patrizia che Carlo lo capiscono e Patrizia si gira a pecorina. “Dai scopami”. Mi infilo alla velocità della luce il preservativo e sono dentro di lei. Carlo mi spinge il culo ritmando la mia chiavata, poi si sposta e sento che mi fa colare dell’olio solare sul culo, poi sento il suo cazzo che mi pompa. Da quel momento in poi, nessuno di noi tre si controlla più. Diciamo di tutto e godiamo, non so chi prima o chi dopo, ma il piacere è stato pieno e magnifico per tutti noi tre.

autore: aramis

 

 

 


 

 

 

QUESTO racconto ci è stato mandato da Mario di Torino

 

ricordi veri

 “Avevo dieci anni quando conobbi una coetanea durante le mie vacanze estive in campagna. Eravamo sempre assieme, giocavamo, correvamo per i prati, fu proprio dopo di una di queste corse a piedi nudi che avvenne qualcosa che avrebbe condizionato una parte del mio eros. C’eravamo messi all’ombra di un albero frondoso, lei si accomodò su un tronco abbattuto che fungeva da rozza panchina, io mi sdraiai per terra. Cominciò a farmi il solletico con gli alluci, ridevamo entrambi, quando ad un tratto, come se fosse la cosa più naturale al mondo, mi appoggiò i piedi in faccia. Non so perché, non mi sottrassi, ma rimasi lì senza muovermi.

Questo gioco fu ripetuto quando ne avevamo l’opportunità: a volte lottavamo, io mi lasciavo mettere sotto, allora lei mi si sedeva sullo stomaco, mi faceva piegare le ginocchia ad uso di schienale, quindi mi appoggiava le sue piccole estremità sul viso e così via con tante altre variazioni, ma con il medesimo finale. Provavo un turbamento ed un’emozione inspiegabili.

Eravamo curiosi dei nostri corpi, quando eravamo soli, lontani da sguardi indiscreti, ci spogliavamo, osservavamo con attenzione la nostra nudità alla scoperta delle diversità, che talvolta toccavamo con mano, io non capivo, ma mi piaceva. Naturalmente ci guardavamo quando si faceva pipì: a me faceva ridere vederla accucciata, lei rideva quando io scrollavo il mio pisellino. La fanciulla era piena d’inventiva, un pomeriggio, nel fienile, inventò un nuovo gioco. Questa volta, dopo esserci denudati, mi fece sdraiare e si sedette sulla mia faccia, come se fosse un cuscino, io la lasciavo fare, provavo sensazioni ed emozioni che non avevo mai avuto prima. Una sera ci trovammo in un boschetto dietro casa, alla tenue luce del crepuscolo ci sbarazzammo dei vestiti per rimirarci un’ultima volta, poiché il giorno dopo saremmo partiti. La bambina si accucciò, io mi avvicinai per vedere meglio, uno zampillo paglierino uscì dalla sua fessura, mi avvicinai ancora di più, allora lei fece un movimento del bacino per schizzarmi la sua pioggerella naturale sul viso. Rimasi immobile, contrastato fra un senso di ripugnanza ed un inspiegabile fascino per ciò che stava avvenendo. Non la rividi più, ma il ricordo delle esperienze vissute assieme mi rimase indelebile nella memoria.

Molto tempo dopo, avevo compiuto da poco diciassette anni, ci fu un fatale incontro, che, attraverso la consapevolezza dell’adolescenza, fece maturare alcune inclinazioni della mia libidine.

Facevo abitualmente acquisti in un negozio di commestibili, quelli in cui c’era di tutto un po’. Una giovane bella signora, di qualche anno maggiore di me, veniva a fare compere nello stesso posto. Non ero insensibile al suo fascino, all’accattivante sorriso, che mi faceva sciogliere. Ci salutavamo, scambiavamo banali convenevoli, ma nulla di più, finché venne l’occasione per fare qualcosa per lei. Era sovraccarica di borse, fu naturale offrirmi di aiutarla, dopo breve esitazione, accettò. Abitava lì vicino. Per ringraziarmi mi offrì una bibita. Ci furono altre volte. All’inizio non mi fermavo molto a casa sua, ma in seguito le nostre conversazioni si fecero più lunghe ed interessanti. Non mi facevo sfuggire ogni occasione propizia per farle dei complimenti che lei pareva gradire, qualche volta ricambiava e mi spingeva a confidenze sulle ragazze che conoscevo, pareva divertirsi delle mie goffaggini adolescenziali.

In un tardo pomeriggio di fine maggio ci trovammo al solito negozio. Sembrava che Anna, questo era il nome della mia bella, avesse terminato la spesa, quando mi vide. Mi salutò con un rapido sorriso, poi parve ricordarsi del vino, ne prese un cartone, che ovviamente mi caricai per portarglielo a casa, mentre stavano cadendo i primi goccioloni di un incipiente temporale primaverile.

Questa volta mi offrì un tè. Il temporale era scoppiato in tutta la sua forza: pioggia battente, lampi, tuoni, s’era fatto quasi buio, ma la luce rimaneva spenta. Mi aveva fatto accomodare su una poltrona posta ad angolo retto rispetto al divano sul quale stava seduta, si era sbarazzata dei sandali ed accavallava le gambe in continuazione, facendomi intravedere i suoi tesori nascosti. Ero emozionato ed eccitato. Lasciò cadere un cucchiaino, mi chinai per raccoglierlo, mi trovai il suo piede ad un palmo dal naso, senza sapere perché lo presi in mano e lo baciai. Sbirciai su per vedere che aria tirava, mi sorrise, allora continuai. “Leccalo!” Come ipnotizzato obbedii seguendo i suoi suggerimenti: non badando all’afrore che emanavano, lambivo la pianta, succhiavo ogni dito, mi soffermavo fra gli spazi interdigitali, alternandomi da un’estremità all’altra. Intanto si era tirata su la gonna per offrirmi la visuale del paradiso, appena velato dalla trasparenza delle sue mutandine di pizzo. Si alzò, tolse la gonna, la camicetta, slacciò il reggiseno, se lo fece togliere facendomi usare solo la bocca, mi permise appena di sfiorarle i seni con le labbra, perché mi spinse giù e mi impose di toglierle gli slip usando solo la bocca e i denti. Non faceva nulla per aiutarmi, anzi stringeva le gambe, in modo che labbra e naso sfregassero la zona pubica, solleticavo il folto cespuglio, ne percepivo l’afrore, ne sentivo il calore: era la prima volta che sentivo, toccavo e respiravo i piacevoli effluvi della fica.

Mi spogliò, impugnò la mia virilità prepotentemente eretta, in quel momento avrebbe potuto chiedermi qualsiasi cosa. Si sdraiò sul divano: furono baci e carezze, imboccavo i seni, sentivo i capezzoli indurirsi sulla lingua, li succhiavo come un neonato, scendevo giù, sempre più giù, spinto dalle sue mani impazientemente esigenti. Si rigirò per farmi ammirare il mappamondo, cominciai a baciarle le natiche, a mordicchiarle, sprofondai il viso nel solco della pesca coprendolo di baci appassionati, sentivo il gusto un po’ aspro della sua grotta più stretta, con quella lubrica leccata le fornivo prova della mia adorazione, mi sollecitò ad approfondire il movimento linguale “infilami la lingua nel culo”, cosa che feci immediatamente, niente in lei mi ripugnava, andai avanti per un bel pezzo, mi sentivo stanco, ma non mi fermavo, nel timore di dispiacerle, finché, evidentemente soddisfatta, si rigirò nuovamente in modo da offrirmi la visione del paradiso posto fra le sue cosce oscenamente spalancate. Baciai maldestramente la fessura, ma, sotto la sua guida paziente, imparai in fretta a leccarla come piaceva a lei (da allora ho sempre praticato con entusiasmo il cunnilincto, con molta soddisfazione sia mia sia delle partner), ne apprezzai subito l’odore, il sapore, la scoperta del suo mistero, il fascino dell’esplorazione, che ad un allievo attento e solerte come me, dava modo di conoscere questo nuovo continente. Ci misi tutto l’impegno possibile finché la sentii mugolare, sussultare, ansimare e chiedermi con voce roca e concitata di bere ed inghiottire il frutto del mio lavoro; così per la prima volta assaporai il gusto un po’ aspro ed intenso dell’orgasmo femminile. Mi attirò alla sua bocca, mi baciò lascivamente “fammi sentire il sapore della mia sborrata”. Intanto me lo aveva preso in mano per guidarlo dentro alla grotta bagnata dai suoi umori. La penetrazione avvenne facilmente, mi sentivo in paradiso, non c’era paragone con le masturbazioni, era una tale delizia che avrei voluto che durasse all’infinito. I suoi sapienti movimenti, uniti alla folle mia eccitazione mi portarono ben presto ad un orgasmo così intenso come mai prima avevo provato, mi abbandonai a lei come un bambino. Seguirono momenti di dolcezza infinita, mi sentivo rilassato, appagato, in stato di beatitudine. Le raccontai di quell’estate d’alcuni anni prima, con la bambina, delle esperienze vissute, lei mi ascoltava con vivo interesse, sollecitandomi ad esprimere anche le mie sensazioni; le dissi tutto.

I suoi occhi si accesero di una strana luce “Le tue confidenze mi hanno stuzzicato la voglia di fare altri giochi con te, ma non so se tu saresti disposto a…” La interruppi “farò qualsiasi cosa che tu mi chieda!” Esclamai concitato. Mi fece mettere a quattro zampe, mi salì in groppa e si fece portare in bagno, si lavò, quindi lavò me, poi alzò l’asse del water, ci si mise sopra rimanendo in piedi, piegò leggermente le ginocchia. Immaginando ciò che stava per fare, mi avvicinai, memore dei miei ricordi fanciulleschi, mi misi in ginocchio per osservare meglio. Uno spruzzo dorato zampillò dal suo adorabile foro, si interruppe “leccamela!” Senza badare alle gocce rimaste, allungai la lingua per lappare e, mentre slinguavo la sua dolce fighetta, un getto potente mi inondò la bocca, ma non mi tolsi, perché quello che mi stava facendo la soddisfava e così leccavo, succhiavo, bevevo, a stento sentivo le sue parole quasi farfugliate per l’eccitazione “mangiami la figa, succhia, ti sto pisciando in bocca, bevila!” Continuavo la mia azione sempre più freneticamente, lei muoveva il bacino, quasi come se volesse farmi entrare il sesso fino in gola, quando venne inghiotti la crema fino all’ultima goccia.

Mi sorrideva felice, si insaponò un dito, si mise a sedere sull’asse: con una mano prese a masturbarmi, con il ditino insaponato mi stuzzicava lo sfintere, lentamente e dolcemente mi sodomizzò, mentre aveva imboccato il cazzo per farmi un pompino. Era la prima volta, le carezzavo teneramente i capelli, la vedevo muovere la testa avanti e indietro, sentivo la sua lingua sul mio membro duro come una sbarra, le unghie che carezzavano le palle. Non saprei dire se era meglio la sua calda grotta o la bocca, la mia eccitazione cresceva esaltata dalla sua sapiente succhiata, il dito nel culo mi dava sollecitazioni mai provate prima di allora, non ci volle molto a farmi orgasmare, in ogni modo il godimento che mi procurò fu altrettanto intenso che quello precedente.”…

 

Mario da Torino

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